Rinate – Oltre il femminicidio
La violenza di genere fra gli adolescenti è un dato in preoccupante aumento, come dimostrano anche i recenti casi di cronaca: secondo una recente indagine che ha coinvolto circa 400 adolescenti tra i 14 e i 19 anni (Fondazione Libellula) il 43% di loro ha ricevuto attenzioni o richieste sessuali non desiderate (prevalente tra le ragazze, con il 55% delle ragazze rispetto al 25% dei ragazzi che ne riportano l’esperienza) e circa il 50% delle ragazze e il 47% dei ragazzi hanno subito messaggi offensivi online. La differenza tra i generi nella percezione e accettazione della violenza è significativa: solo il 33% dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni ritiene inaccettabile che un ragazzo diventi violento dopo un tradimento, contro il 79% delle ragazze della stessa fascia di età.
Rea, grazie al contributo della Fondazione Vodafone, ha realizzato un progetto innovativo di educazione e di sensibilizzazione dei giovani tra i 13 e i 18 anni, e attraverso di loro potenzialmente a un pubblico più ampio, attraverso la realizzazione di una mostra, di una indagine nelle scuole e una formazione specifica.
La mostra, dal titolo “Rinate, oltre il femminicidio”, realizzata da Stefania Prandi, racconta attraverso la tecnica del fotogiornalismo collaborativo la storia di quattro donne sopravvissute al femminicidio: chi si è salvata, sta bene e ha una nuova vita e chi deve convivere con le conseguenze della violenza e i danni fisici.
La mostra è stata portata nelle scuole in cui si svolge la seconda parte del progetto, una indagine che coinvolge una rete “pilota” di dieci scuole secondarie superiori per l’individuazione e il superamento degli stereotipi negativi e delle giustificazioni dirette o indirette delle violenze di genere. Il progetto utilizza il metodo dell’indagine giornalistica “fra pari” utilizzando questionari e interviste raccolte dai “giovani reporter” delle redazioni scolastiche facenti parte della rete di Fondazione Media Literacy.